Viaggio nella Mancha sulle orme del Don Chisciotte
Dove non si parla (solo) di mulini a vento, ma anche di locande, lagune, cascate, formaggi, grotte e castelli, di un itinerario letterario che è diventato col tempo uno dei maggiori cammini culturali in terra di Spagna.
La Ruta de don Quijote si sviluppa per la maggior parte nella regione di Castiglia – La Mancia lungo un percorso di oltre 2.500 chilometri che attraversa 148 comuni, dodici riserve naturali, due parchi nazionali e una miriade di centri storici e siti archeologici nel cuore del Paese. La Ruta è stata creata nel 2005, per celebrare i quattrocento anni dalla prima pubblicazione del romanzo El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha. Un’iniziativa monumentale e un percorso che fa girare la testa al pensiero di seguirlo tutto d’un fiato.
Al pari del romanzo di Miguel de Cervantes, conviene affrontarlo passo dopo passo, per non restare confusi dalla vastità della Mancia; un territorio che sembra fatto apposta per generare sogni e fantasie e dove, per qualche momento, ci sentiamo tutti un po’ don Chisciotte o Sancio Panza. E pazienza se al posto di Ronzinante e Rucio saliamo a bordo dell’auto per arrivare alla tappa successiva.
Messe da parte lance e bastoni, elmi e armature i viaggiatori si avvicinano oggi al colle Calderico armati di cappellini e macchine fotografiche. I più coraggiosi trasportano droni e treppiedi sfidando il caldo estivo in attesa del tramonto. Il paesaggio da lassù è un’immagine letteraria che evoca la Mancia di Cervantes: arida e rurale. La bianca silhouette dei mulini si staglia contro il cielo azzurro, dall’alto del promontorio, qualche chilometro a sud dell’abitato di Consuegra. Siamo nel cuore della Mancia. È lo scatto più banale che potrete fare lungo la Ruta de don Quijote, ma anche quello a cui nessuno può rinunciare.
Ai tempi di Cervantes Puerto Lapice era una manciata di case, qualche locanda e negozi annessi che accoglievano mercanti e viaggiatori diretti a sud verso la città di Murcia. Oggi a bordo di un’auto si rischia quasi di passare oltre, preferendo alla Ruta de don Quijote la più rapida autostrada che corre qualche chilometro a est. Errore da principianti, perché proprio a Puerto Lapice il protagonista di Cervantes viene nominato cavaliere. In una locanda. Scambiata per un castello.
Lungo la via principale che taglia in due l’abitato si trova ancora la Venta del Quijote, una locanda risalente al XVI secolo con cortile interno e tavoli per mangiare. Suggerisco, a tema donchisciottesco, il queso manchego, formaggio apprezzatissimo dai due protagonisti.
Percorri una quarantina di chilometri verso ovest e vai a sbattere di nuovo contro un campo di mulini a vento, capita se ti trovi nella Mancia. Siamo a Campo de Criptana e verso nord, poco fuori dall’abitato, si trovano i dieci mulini che hanno reso celebre la città. Tre di questi sono contemporanei del Cervantes, costruiti nel XVI secolo conservano i meccanismi originali che vengono messi in funzione ogni sabato. Gli abitanti hanno dato a questi giganti perfino un nome: Burleta, Infranto e Sardinero. Difficile dire se don Chisciotte ne sarebbe stato contento.
I vicoli, le case basse imbiancate di calce e le locande sono ancora tutte lì, come quando don Chisciotte si avventurava tra le vie di El Toboso alla ricerca di Dulcinea. Missione (la sua) senza successo; occasione (per noi) di visitare una cittadina che ancora conserva un’atmosfera singolare, con un piede nel passato e l’altro perso chissà dove. La Casa di Dulcinea si trova con una certa ironia, in Calle don Quijote, in un edificio allestito a museo, tipico esempio di architettura cinquecentesca. Un piccolo passo nell’intimità di una donna totalmente all’oscuro del grande amore che le era riservato. Capita agli animi romantici.
Nel 2005 i ricercatori dell’Università Complutense de Madrid hanno risolto una diatriba che andava avanti da quattrocento anni: "Dove si trova il “borgo della Mancia” da cui prendono avvio le avventure del don Chisciotte?"
La risposta è stata di una precisione accademica. Con le sue architetture cinquecentesche Villanueva de los Infantes è una città che merita una visita a dispetto della sua recente promozione. I suoi cortili tradizionali competono in bellezza con quelli più famosi di Cordova e nella centralissima plaza Mayor fanno la loro apparizione le statue in bronzo dei protagonisti del nostro viaggio. Ci sono proprio tutti. Sancio Panza alle prese con Rucio e don Chisciotte perso nelle sue fantasie poco distante.
Un luogo incantato nel cuore de La Mancia, un parco naturale formato da quindici lagune, unite tra loro da ruscelli, cascate e corsi d’acqua sotterranei. È in questo paesaggio magico che Cervantes ha ambientato molte delle avventure del don Chisciotte e di cui lo stesso autore ci ricorda l’origine: nate da un incantesimo del mago Merlino. Il limite nord della Lagune di Ruidera è segnato dal castello di Penarroya dove si trova anche l’ingresso al Parco Naturale. La vegetazione, data la quantità d’acqua, è un tripudio di piante e fiori, mentre una generosa rete di sentieri consente di visitare il parco sia in bici che a piedi.