

Atene, quattro passi per l'Acropoli
Molti viaggiatori visitano la Grecia, attratti dalla bellezza delle sue isole, e commettono il padre di tutti gli errori, così come Zeus è il padre di tutti gli dèi: non visitano l’Acropoli di Atene. Questo articolo non potrà mai compendiare in poco spazio gli inestimabili tesori di questo luogo, ma in compenso vi impedirà di commettere tale nefandezza nel vostro prossimo viaggio in Grecia.
L’Acropoli di Atene è il monumento più famoso dell’antica Grecia. Considerata dai greci un vero e proprio monumento nazionale, è un luogo sacro in cui ai visitatori non è consentito consumare neanche un panino.
L’Acropoli (che in greco significa “città alta“) domina la piana di Atene ergendosi su uno sperone di roccia a un’altezza di 156 m. Il sito è accessibile solo dal versante occidentale dell’altopiano roccioso; gli altri tre versanti infatti sono talmente ripidi da risultare impraticabili.

Con la costruzione dei Propilei, sotto la direzione dell’architetto Mnesicle, tra il 437 e il 432 a.C., gli ateniesi realizzarono il primo ingresso monumentale nella storia dell’Ellade. Questo accoglieva i visitatori diretti all’Acropoli attraverso un portico di sei colonne doriche. Sul lato destro del corpo centrale correva una doppia serie di colonne ioniche, ciascuna composta da tre unità, che immetteva in una sala con un soffitto dipinto a stelle dorate su sfondo blu. Un altro portico di sei colonne doriche, parallelo a quello anteriore, conduceva infine al santuario vero e proprio.
Passeggiare per questo antico mercato è un’esperienza unica. Innanzitutto perché non è più un mercato. Ci si sente piuttosto in un parco romantico e selvaggio, in mezzo a splendide rovine del passato. Un tempo l’Agorà di Atene era il cuore pulsante della democrazia. Nell’antica Grecia, infatti, su questa superficie quadrangolare di circa 120 m per 120 m, sorgevano numerose istituzioni politiche, templi dedicati agli dèi e statue di eroi. È nell’Agorà che il filosofo Socrate fu condannato a morte. È sempre qui che poeti come Eschilo ed Euripide, politici come Pericle e Temistocle o pensatori del calibro di Platone e Aristotele trascorrevano buona parte del loro tempo.

L’armonia espressa da questo minuscolo tempio, visibile già dall’esterno, è nettamente superiore a quella di opere ben più imponenti. Diversamente dai Propilei e dal Partenone, quello di Atena Nike era un tempio vero e proprio: ospitava infatti un simulacro e un altare sacrificale in onore della dea della vittoria. Le quattro colonne ioniche poste sulla facciata anteriore e su quella posteriore furono costruite volutamente “all’antica“, il tutto a voler sottolineare che il tempio fosse esclusivamente un luogo di culto in contrasto con gli edifici rivoluzionari dell’età di Pericle. Smontato completamente nel 2003 per procedere al restauro dei suoi marmi, il tempio è stato nuovamente ricostruito nel 2009-2010.

Nel 421 a.C., sfruttando la momentanea interruzione delle Guerre del Peloponneso, si diede il via ai lavori di costruzione di un altro edificio di culto di stampo conservatore: l’Eretteo, un tempio i stile ionico. L’opera fu completata nel 406 a.C., ma appena due anni dopo ci fu la capitolazione della città che simboleggiò la fine dell’età aurea dell’antica Grecia. L’Eretteo è un edificio del tutto asimmetrico e disposto su più livelli.

Ed ecco lui, finalmente. Il più grande e maestoso edificio dell’Acropoli fu eretto nel giro di 15 anni, per Atena, collocata all’interno della cella del Partenone. I versamenti monetari provenienti da tutta la Grecia portavano ogni anno nelle casse ateniesi una quantità d’argento pari a 11 tonnellate. Per avere un’idea del loro valore, basti pensare che per la costruzione del Partenone e della statua di Atena erano state spese complessivamente solo 20 tonnellate d’argento.
Non fosse stato per la grande ambizione degli ateniesi, il Partenone forse non sarebbe mai stato il capolavoro che oggi tutti conosciamo. Con la costruzione dello splendido edificio, in cui persino il tetto era di marmo puro, e della statua più importante della Grecia, gli ateniesi intendevano dimostrare al resto dell’Ellade non solo la propria potenza, ma anche la propria superiorità tecnica e intellettuale.
In questo museo che ha appena dieci anni di vita, l’antichità è esposta come in un parco tematico. L’edificio è stato progettato secondo criteri antisismici dall’architetto svizzero Bernard Tschu-mi, che come materiale da costruzione principale ha utilizzato il vetro: questo permette ai visitatori di non perdere mai di vista l’Acropoli, che è il sito in cui sono stati rinvenuti tutti gli oggetti esposti.
Allo stesso tempo consente ai reperti di essere avvolti dalla luce attica come o erano più di 2000 anni fa. La lunga tettoia dell’ingresso, che tra l’altro ospita l’eccellente caffetteria del museo in cui sono servite specialità provenienti da tutta la Grecia, ha l’aspetto di una grossa freccia puntata verso l’Acropoli. L’ultimo piano, dove sono esposte alcune parti dei fregi del Partenone, è disposto obliquamente rispetto al corpo principale dell’edificio. Questo accorgimento ha un duplice scopo: il primo è quello di conferirgli lo stesso orientamento del tempio, il secondo è quello di consentire al fregio ricostruito di correre nella stessa direzione di quello originale.

È proprio qui, ai piedi dell’Acropoli, che nel V secolo a.C. nacque il teatro europeo moderno. All’epoca, l’ingresso era libero. Gli autori che vi inscenarono i loro drammi godono ancora oggi di fama mondiale e le loro opere continuano a essere rap-presentate un po’ ovunque. Nel Teatro di Dioniso, le prime rappresentazioni con danze e canti corali in onore della divinità risalgono ai primi del VI secolo a.C., mentre nel 534 a.C. compare per la prima volta sulle scene un certo Tespi. A questo semileggendario drammaturgo si deve l’innovazione di affiancare al coro una figura antagonista: l’attore. Fu così che nacque il dialogo e di conseguenza il teatro. Di lì a poco il teatro greco raggiunse il culmine del suo splendore con le opere di Eschilo (525-456), Sofocle (496-406) ed Euripide (480-406).
Le colonne più imponenti di Atene sono sicuramente quelle dell’Olympieion, il Tempio di Zeus Olimpio. Ne sono rimaste in piedi solo 15, mentre una sedicesima giace a terra perfettamente conservata. In origine, il più grande tempio dell’antica Grecia era composto da 104 colonne di marmo, alte 17 m, per un peso complessivo di 1500 tonnellate. Per erigerlo ci sono voluti più di 700 anni. I primi lavori di edificazione risalgono all’incirca al 550 a.C., quando il tiranno Pisistrato ordinò la costruzione di un tempio più piccolo (le cui fondamenta sono tuttora visibili osservando con attenzione).