

Viaggio in Iran: che cosa vedere secondo i persiani
Un paese meraviglioso, ricco di storie, leggende, odori e tappeti: ecco l’Iran. Immaginate che a raccontarvelo siano i suoi abitanti, i favolosi persiani di oggi… Questi sono i consigli che vi darebbero e che trovate, insieme ad altri, anche nella nostra nuova guida.

Il viaggio fino al Cimitero del Profeta Khalid è lungo e un po’ complicato, ma ne vale la pena. Sarete ricompensati da una vista indimenticabile sul mare di colline della steppa turkmena e dalla scoperta di un cimitero davvero particolare. Centinaia di cilindri in pietra sono sparpagliati sui prati scoscesi. Sono le lapidi di un curioso e isolato cimitero a 90 km di distanza, nell’estremo nord, il cui ingresso è purtroppo mal segnalato. Non è però la forma fallica delle stele l’attrazione del luogo, quanto il particolare paesaggio degli ultimi 20 km sui cocuzzoli verdi e ancora di più il panorama unico.
Il nord dell’Iran è un territorio meraviglioso, ricco di scorci sorprendenti. Come le sorgenti termali di Badab-e Surt, con le loro meravigliose vasche naturali di acqua sulfurea. Si trovano a metà strada tra Teheran e il Cimitero del Profeta Khalid a Gonbad-e Kavus, quindi non potete mancare.
Due giovani abitanti di Isfahan vi mostreranno il loro museo con 300 strumenti musicali e alla fine della visita terranno un affascinante concerto per voi. Questa collezione privata, ancora molto recente, vi aprirà gli occhi e le orecchie sul colorato mondo sonoro della musica iraniana. Tar, tombak (tamburo), tamantsche (violino), satur… Gli strumenti musicali in mostra, più di 300, da soli valgono il prezzo del biglietto. La visita è resa ancora più piacevole dai musicisti Mehrdad e Shahriar che vi guideranno e alla fine si esibiranno per voi in un piccolo concerto.
Un’opportunità, molto rara in Iran, di spostarsi senza auto: pedalate su una bicicletta a noleggio lungo le verdi sponde del fiume Zayandeh. Annotate questo indirizzo: Bike Rental Neshat St, Nik Building. Vi chiederanno di lasciare il passaporto come cauzione.

Il viaggio in jeep dall’alta valle di Kuhrang, attraverso un passo a 3000 m, fino a Sar-e Agha Seyed, un paese dei nomadi Bakthiari, è una vera avventura. Particolarmente incantevole è il periodo di fioritura della fritillaria imperiale (pianta nativa della zona) tra fine aprile e inizio maggio, quando i pendii erbosi brillano quanto tappeti di un rosso inteso.

La stretta scala che dalla sala Hossein-e Bakhshi conduce sopra le cupole di argilla nel cuore di Kashan è nota davvero solo i commercianti locali. Il bazar di Kashan abbaglia e seduce come poche altre aree commerciali del paese. Le cose da ammirare, assaggiare e sorseggiare sono infinite. Girovagate senza meta, ma non dimenticate un obiettivo: il Timche Amin od-Dowleh, un caravanserraglio di 150 anni, sormontato da tre cupole interamente piastrellate, che lascia senza fiato.
Non potrete credere ai vostri occhi. Gli abitanti di Nushabad, al margine del deserto nell’altopiano centrale, 1500 anni fa scavarono una gigantesca città sotto terra. Lo fecero per difendersi dai nemici e crearono un sistema ipogeo che si sviluppa per 4 chilometri quadrati e tre livelli di profondità.