

Una vita da travel blogger: i 5000 giorni online di Simonetta Clucher. L’intervista.
Travel Blogger: tutto il web ne parla, ma che cosa significa diventarlo e, soprattutto, esserlo a lungo? Abbiamo chiesto a Simonetta Clucher, una delle prime italiane a lanciarsi nell’impresa con il fortunato blog “Sulle strade del mondo”, di raccontarci la sua esperienza. Lo abbiamo fatto in occasione di un anniversario per lei molto importante: i 5.000 giorni online.
Incredula. Tutto pensavo quando ho aperto il blog tranne di iniziare un percorso così lungo e importante. D’altra parte in quel momento non avevo particolari obiettivi professionali, nel 2006 il blog veniva visto ancora come una sorta di diario personale, tanto è vero che di tutti i blog di viaggio aperti in quel periodo è rimasto solo il mio.

Io e gli altri fondatori volevamo fare qualcosa di concreto per arrivare a un riconoscimento della figura professionale del travel blogger e al tempo stesso essere un punto di riferimento per quegli operatori del settore che si avvalgono dei blogger come canale di comunicazione. Il risultato del quale sono più fiera è stato il codice di autoregolamentazione per la trasparenza delle collaborazioni, un traguardo che, come associazione, abbiamo raggiunto per primi, anticipando anche le stesse raccomandazioni e linee guida del Garante per la comunicazione.
Ad ispirarmi maggiormente sono i miei viaggi, perché un vero travel blogger deve per prima cosa essere anche un viaggiatore. Non sempre l’ispirazione arriva subito, ci sono viaggi che sono pronta a raccontare immediatamente, altri per i quali mi serve più tempo. Il viaggio però non deve necessariamente essere in capo al mondo, vivo a Roma e mi piace raccontare anche la mia città e la mia regione.
Per prima cosa un travel blogger deve viaggiare, saper scrivere correttamente e applicare tecniche SEO ai propri testi, ma questo senza mai dimenticare che non si scrive per Google, ma per i lettori. Oltre a questo avere un blog richiede tutta una altra serie di abilità collegate, come saper fare belle foto per raccontare il viaggio con parole e immagini.

Quello di pensare di essere bravo e non avere più nulla da imparare, perché ci sono tanti aspetti da tener sempre presente e che sono in continuo aggiornamento ed evoluzione. Quindi, mai trascurare la formazione.
Ho sempre creduto nella responsabilità deontologica di chi scrive, non importa se giornalista o blogger. Chi scrive si assume delle responsabilità, soprattutto verso chi legge. È per questo motivo che fondando l’Associazione Italiana Travel Blogger abbiamo fortemente voluto che lo statuto fosse affiancato da un codice etico. Una delle accuse che qualcuno muove ai blogger è quella di non avere un codice deontologico come i giornalisti. Non per tutti è così, noi abbiamo un codice etico e io sono fiera di seguirlo.

Una semplice power bank, magari la risposta può sembrare banale, ma per noi è importante avere sempre il cellulare carico perché una parte del nostro lavoro/piacere in viaggio nasce dalla condivisione live dell’esperienza attraverso i social network.
Sono più per viaggi via terra, anche se a volte possono essere presenti tutti questi elementi. La scorsa estate ad esempio sono stata in Madagascar: un viaggio on the road, ma con tanti voli interni che si è concluso con una settimana in catamarano.
Sicuramente i viaggi già fatti la Thailandia, un Paese splendido, accogliente e molto vario. Quello che ancora continuo a sognare è un viaggio nello Yemen, ma per ora posso solo sperare che un giorno anche lì si potrà tornare a viaggiare.