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Marocco: viaggio tra colori, storia e ispirazione artistica

Marina Fiorletta

Marina Fiorletta

Un viaggio in Marocco è un'immersione nei sensi, un intreccio affascinante di profumi, suoni e colori che si rivelano tra medine intricate, montagne silenziose e città sospese tra tradizione e modernità. Tra le sue molteplici meraviglie, tre destinazioni raccontano l'anima più autentica e magnetica del Paese: Fez, Chefchaouen e Tangeri. Fez, con la sua medina Patrimonio dell'UNESCO e i suoi artigiani, Chefchaouen, con il suo azzurro surreale, arroccata tra le alte montagne del Rif, e Tangeri, che unisce il fascino bohemien del passato al fermento culturale di oggi, offrendo un'esperienza più rilassata e genuina. Queste città vivono di storia, leggende e contrasti. Tre volti di un Marocco che è molto più di una semplice meta turistica, ma una geografia emotiva, un racconto in continua trasformazione, con la luce, il vento e gli sguardi che si incrociano tra i vicoli.

In giro per Fez. Credits Kadagan / Shutterstock
In giro per Fez. Credits Kadagan / Shutterstock
Fez: Un tuffo nell’anima del Marocco

Fez, considerata la capitale culturale e il cuore spirituale del Marocco, è anche la più antica città imperiale del Paese. La sua storia vibrante prende vita ad ogni passo nell'antica medina, un labirinto di vicoli e madrase dove il tempo sembra essersi fermato. Patrimonio dell'UNESCO, la medina di Fez è una delle più grandi zone pedonali del mondo, un intreccio di botteghe artigiane, concerie storiche, moschee nascoste e minareti che svettano tra terrazze polverose. Qui si ha l'occasione rara di osservare da vicino come nascono i tesori dell'artigianato marocchino, dalla pelle pregiata ai pentolami in rame. Passeggiare a Fez significa immergersi in una dimensione parallela, dove il sapere arabo-andaluso convive con scene quotidiane rimaste inalterate per secoli. L'odore pungente delle concerie, il martellare dei rameggiatori e il richiamo alla preghiera che si diffonde tra i tetti creano un'esperienza autentica e intensa.
 Il video musicale di "Magnificent" degli U2, girato interamente a Fez nel marzo 2009, sotto la direzione del regista francese Alex Courtes, ha scelto questa città per la sua atmosfera unica e il suo patrimonio architettonico. Il video si apre con immagini di edifici coperti da teli bianchi, che poi si sollevano per rivelare la bellezza della città sottostante, enfatizzando simbolicamente la magia architettonica di Fez.

Chefchaouen. Credits Bembo De Niro / Shutterstock
Chefchaouen. Credits Bembo De Niro / Shutterstock
Chefchaouen: La perla blu del Marocco

Tra le pieghe morbide delle montagne del Rif, si apre Chefchaouen, la perla blu del Marocco. Il suo nome evoca già qualcosa di fiabesco, e basta varcare una delle sue porte per entrare in una scenografia dipinta di infinite sfumature d'azzurro. Le case pastello, le stradine silenziose, le scale che si arrampicano tra fioriere e archi bianchi. Chefchaouen è poesia visiva: ogni angolo sembra fatto per uno scatto perfetto. Ma è anche un luogo dell'anima, dove il silenzio ha un valore e l'accoglienza degli abitanti lascia tracce profonde nel cuore. La medina, piccola ma affascinante, è un luogo tranquillo dove passeggiare senza fretta, tra piazze e mercati che offrono spezie, tappeti fatti a mano, ceramiche colorate e borse in pelle. Le colline verdi circostanti e il suono delle acque della cascata di Ras El Maa creano un'atmosfera di pace profonda, perfetta per un weekend da sogno.
 Chefchaouen è anche un mistero legato al suo colore blu. Leggende raccontano che i blu vennero introdotti dai rifugiati ebrei, che lo associavano al cielo e al paradiso, ma forse il blu è anche un modo per tenere lontani gli insetti o per celebrare l'influenza andalusa che permea la città. Fondata nel 1471 da esiliati andalusi, la cittadina ha sempre mantenuto un'atmosfera di isolamento, protetta dalle montagne circostanti. Un sentiero di circa 20 minuti porta alla Moschea Spagnola, meta preferita dagli abitanti per ammirare un affascinante tramonto sulla cittadina blu. Un punto panoramico eccezionale.

Tangeri e il mare. Credits Todamo / Shutterstock
Tangeri e il mare. Credits Todamo / Shutterstock
Tangeri: Una città di visioni, tra storia e letteratura

Infine, c’è Tangeri, la città di frontiera e di visioni, affacciata sullo Stretto di Gibilterra, che rappresenta il ponte ideale tra Europa e Africa. Negli anni '50 e '60, fu un rifugio per scrittori, artisti e intellettuali in cerca di ispirazione, libertà e mistero. William Burroughs, Paul Bowles, Truman Capote, Tennessee Williams: tutti trovarono qui una voce, un personaggio, un angolo da raccontare. Ancora oggi, la città conserva quella magnetica ambiguità, elegante e decadente, colta e sfrontata, sussurrata e intensa. Probabilmente una delle città più sottovalutate, ma con una bellezza che si nasconde tra Oriente e Occidente, dove storia, cultura e mare si fondono in un’atmosfera unica.
 In questo affascinante panorama, si inserisce Café Baba, uno dei luoghi più iconici di Tangeri. Fondato nel 1943, il caffè è stato testimone delle feste bohémien degli anni Quaranta e Cinquanta, frequentato da personalità come Barbara Hutton, l'eccentrica ereditiera americana, e dai Rolling Stones, con una foto di Keith Richards ancora appesa sulle pareti scrostate del locale. Oggi, continua a servire caffè forte e tè alle erbe, mantenendo viva l'atmosfera intrisa di nostalgia.
 Anche il cinema Rif, con il suo stile art déco, è un simbolo della storia culturale della città. Negli anni '50 e '60, fu un punto di riferimento per cineasti internazionali, frequentato da icone come Jean Genet e William S. Burroughs, che contribuirono a rendere Tangeri un centro di sperimentazione culturale e cinematografica.

Il Marocco, tra antico e moderno

Fez, Chefchaouen e Tangeri raccontano tre versioni di un Marocco che non si lascia semplicemente visitare, ma che chiede di essere ascoltato, attraversato, immaginato. Tra labirinti di medine, sfumature di blu e venti d'oceano, questo Paese si svela lentamente. Ogni città è un incontro, con la sua storia e il suo popolo. Viaggiare qui significa perdersi con intenzione, lasciarsi guidare dai dettagli, dal tempo che si dilata, dai colori e dalle sue meraviglie, che restano impressi nella memoria.

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