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New York, tre escursioni intorno a Manhattan

Silvia Demick

Silvia Demick

New York non stanca mai, questo è certo. Per chi vuole aggiungere tre perle preziose al proprio viaggio, però, ecco tre digressioni che ti fanno sentire subito un New Yorker. Le destinazioni sarebbero tantissime, e durante il mio ultimo viaggio ne ho scelte tre: due più vicine (ed entro i limiti territoriali di New York) e una appena più lontana, sconfinando in Pennsylvania.

Williamsburg: street art | Credit Silvia Demick
Williamsburg: street art | Credit Silvia Demick
Williamsburg: come sentirsi a casa

Servirebbe una settimana intera per conoscere Brooklyn, uno dei cinque distretti di New York City che a sua volta è suddiviso in oltre settanta neighborhoods o quartieri. Williamsburg è un ottimo punto da cui partire: si raggiunge abbastanza velocemente da Manhattan, si gira comodamente a piedi e non è ancora stata presa d’assalto dal turismo di massa.

Williamsburg ha tutte le comodità legate al fatto di essere, a tutti gli effetti, parte di una metropoli, insieme ai vantaggi della vita in una città di medie dimensioni. Ha però una componente più umana rispetto alla vicina Manhattan, e questo aspetto rende piacevolissimo passeggiare tra le sue strade senza una meta fissa. Da Whyte Avenue si cammina fino a McCarren Park, facendo deviazioni qua e là, perdendo tempo a curiosare nei negozi di abbigliamento vintage, a bere caffè in una delle caffetterie, o ad ammirare gli esempi di street art che decorano le pareti dei magazzini abbandonati.

Da non sottovalutare la vicinanza a un altro quartiere più noto di Brooklyn: Dumbo, facilmente raggiungibile dal pontile di North Williamsburg in meno di venti minuti con l’East River Ferry. Perfetto per osservare lo skyline di New York da una posizione privilegiata.

Come arrivare a Williamsburg da Manhattan: da Times Square, con le linee della metropolitana N, R, Q con cambio a Union Square e poi con la L fino a Bedford Avenue (circa venti minuti a 2,75 dollari), oppure con Uber (30 minuti a un prezzo compreso tra i venticinque e i quaranta dollari).

Dove mangiare a Williamsburg: colazione e pausa caffè da BakeriUpstate Stock e Five Leaves; pranzo e/o cena da Sunday in Brooklyn e Shelter; gelato da Gentile’s.

Coney Island | Credit Silvia Demick
Coney Island | Credit Silvia Demick
Coney Island: divertimento e street food

Occupa la porzione sudoccidentale di Long Island ed è nota soprattutto per la spiaggia e per il Luna Park con vista sull’oceano. Chi è stato giovane qualche anno fa, ricorderà la scena finale del film I Guerrieri della Notte e dunque può essere interessato a raggiungere Coney Island ripercorrendo le orme dei Warriors. Si parte dal Bronx passando per Central Park con le linee 2 e 4 della metro, cambiando a Union Square per prendere la N fino al capolinea di Stillwell Avenue.

In realtà a parte l’acquario e il Luna Park non c’è molto da fare, ma Coney Island è la destinazione ideale per trovare un po’ di sollievo dal caldo torrido delle strade di New York City durante i mesi estivi, per una lunga passeggiata lungo il broadwalk e soprattutto per ordinare cibo dai banchi che si susseguono senza soluzione di continuità lungo la passeggiata. Da provare le vongole fritte e impanate, magari dopo il giro della morte sulle montagne russe.

Come arrivare a Coney Island da Manhattan: dal Bronx con le linee 2 e 4 con cambio sulla N a Union Square (due ore minuti a 2,75 dollari); da Midtown, dalla fermata della 57th Street con la linea F senza cambi fino a West 8th Street Aquarium (circa un’ora a 2,75 dollari).

Dove mangiare a Coney Island: lungo la passeggiata basta decidere cosa mangiare tra lobste roll, vongole fritte, hamburger, hot dogs, gelato e scegliere di conseguenza uno degli stand di street food.

Philly cheesesteak | Credit Silvia Demick
Philly cheesesteak | Credit Silvia Demick
Philadelphia: quella voglia matta di cheesesteak

Quali sono le prime tre cose che vengono in mente parlando di questa città in Pennsylvania? Sicuramente Rocky e la sua corsa verso la scalinata del Philadelphia Museum of Art, la Liberty Bell e la Philly cheesesteak. In realtà c’è molto di più da vedere a Philadelphia, ma per una giornata questi tre punti fermi sono più che sufficienti.

Si parte dalla centralissima Market Street e dall’Independence National Historical Park, dove in una camera di vetro è esposta la Liberty Bell, la campana nota per la crepa che la attraversa nel senso della lunghezza, ma soprattutto per essere un simbolo dell’indipendenza americana. Secondo la leggenda, nel lontano 1776 il suo rintocco dalla torre dell’Independence Hall richiamò gli abitanti della città affinché partecipassero alla prima lettura della Dichiarazione di Indipendenza.

Rocky non ha bisogno di presentazioni, tantomeno a Philadelphia, dove è a tutti gli effetti un eroe. Al punto che ai piedi della famosa scalinata del Philadelphia Museum of Art è stata eretta una statua che riproduce a grandezza naturale il personaggio di fama mondiale. Non lo avrei immaginato, ma le persone fanno la coda per correre su per gli scalini e per farsi fotografare con le braccia alzate verso la città.

Ma torniamo alla Philly cheesesteak… Il nome potrebbe trarre in inganno, facendo pensare a una bistecca. In realtà si tratta di un panino preparato farcendo un hoagie roll – simile al pane che si usa per gli hot dog – con carne tritata, salsa al formaggio e cipolle. Un viaggio nel paradiso del gusto.

Come arrivare a Philadelphia da Manhattan: gli autobus di Megabus con partenze quotidiane dalle 6.50 del mattino dal terminal situato lungo la 34th Street tra la 11th Avenue e la 12th Avenue; con una ventina di dollari e due ore di viaggio si arriva a Philadelphia. La fermata di Market Street è la prima e la più comoda; per il rientro, l’ultimo autobus parte da Philadelphia alle 23.20.

Dove mangiare a Philadelphia: il Reading Terminal Market dove provare la cheesesteak da uno dei tanti banchi; per la cena, Talula’s Garden a Center City oppure Audrey Claire in zona Rittenhouse.

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