Idee di viaggio

5 itinerari letterari in Liguria: il lato poetico della regione

Selene Scinicariello

Selene Scinicariello

Per chi ama leggere, ma anche per tutti coloro che hanno voglia di avvicinarsi a questi luoghi in maniera alternativa, ecco 5 itinerari letterari in Liguria da prendere come spunto per (ri)scoprire gli angoli che ispirarono poeti e autori di ogni epoca.

1 - Da Levante a Ponente, itinerario tra i luoghi di Sbarbaro

“Scarsa lingua di terra che orla il mare,
chiude la schiena arida dei monti;
scavata da improvvisi fiumi; morsa
dal sale come anello d’ancoraggio;
percossa dalla farsa; combattuta
dai venti che ti recano dal largo
l’alghe e le procellarie
ara di pietra sei, tra cielo e mare
levata, dove brucia la canicola
aromi di selvagge erbe.”

Questo nostro cammino letterario in Liguria non può che iniziare con i versi di Camillo Sbarbaro. Il poeta nato a Santa Margherita, infatti, ha descritto questa terra come forse nessun altro è mai stato in grado di fare. Da Levante a Ponente, i luoghi evocati dalle sue poesie si srotolano uno dopo l’altro in un percorso che ne segue le tappe della vita. Dalla città che gli diede i natali, infatti, Sbarbaro si trasferì a Varazze, transitando nel corso degli anni anche da Genova, Arenzano e Spotorno, per trascorrere poi gli ultimi suoi giorni a Savona. Un itinerario suggerito dalle poesie di Sbarbaro, allora, inizia proprio a Santa Margherita dove oggi ha sede il museo “Camillo Sbarbaro – Scampoli Multimediali”. Da qui, dopo un pranzo a base di freschissimi gamberi rossi, è la volta di raggiungere Genova. Della città il poeta descrisse i vicoli in notturna e i panorami, ma anche e soprattutto i cambiamenti urbanistici che l’hanno trasformata nel corso dei secoli e che egli non gradiva affatto.

Una visita interessante da fare, tra un pezzo di focaccia e un bicchiere di Bianco di Coronata, è quella al Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria che conserva la raccolta di licheni del poeta. Sbarbaro, infatti, oltre ad amare la poesia, era un appassionato di botanica. Nella vicina Arenzano Sbarbaro soggiornò per un periodo nella casa di Paolo e Lucia Rodocanachi. Qui potrete godervi una passeggiata nel suggestivo Parco di Villa Negrotto Cambiaso e poi fermarvi a sorseggiare davanti al mare una Mezza Carolina, il tipico aperitivo del borgo. Spostandosi in provincia di Savona, invece, un’altra tappa da non perdere è Spotorno, dove il poeta si trasferì nel 1941. Che sia estate o che sia inverno, non può mancare una passeggiata sulla spiaggia e poi un salto nella vicina e bellissima Noli.

Sulle alture, dietro al borgo medievale con le sue torri, il poeta raccontò di aver indugiato “un pomeriggio a prendere il sole. Il mare non s’udiva. Sulla spiaggia i pescatori rammendavano le reti. Mi pareva dolce finire la vita in una di quelle casette screpolate.” Il nostro itinerario può terminare così, davanti al mare. Non dimenticate, però, di cercare un ristorante in zona per gustare i celebri cicciarelli di Noli, un pesce azzurro quasi dimenticato (oggi è Presidio Slow Food) perfetto per una frittura.

Santa Margherita Ligure, dove nacque Camillo Sbarbaro. Credits Ardea-studio / Shutterstock
Santa Margherita Ligure, dove nacque Camillo Sbarbaro. Credits Ardea-studio / Shutterstock
2 - Sanremo, sulle orme della giovinezza di Calvino

Dopo un viaggio tra più destinazioni, spostiamoci e fermiamoci a Sanremo, città del Festival e dei fiori. Qui Italo Calvino trascorse gli anni della fanciullezza e della giovinezza. Lo scrittore ha alluso spesso alla Liguria di Ponente nelle sue opere, anche se di rado lo ha fatto direttamente. Chi conosce la regione potrebbe ritrovarla tra le pagine di uno dei suoi libri, nelle descrizioni dei boschi che ricordano quelli dell’entroterra, degli alberi e della macchia mediterranea, del mare lontano che si confonde con il cielo. Anche Calvino, come Sbarbaro, non nascose lo sdegno nei confronti di una cementificazione troppo veloce che nel dopoguerra cambiò il volto dei luoghi a lui cari.

Quel sovrapporsi geometrico di parallelepipedi e poliedri, spigoli e lati di case, di qua e di là, […]” non piaceva all’autore de Il barone rampante che spesso nei suoi scritti contrapponeva città e campagna, dedicando aspre denunce alla prima. Camminando per Sanremo, però, è ancora possibile ritrovare alcuni degli scorci più autentici di quella che fu una delle città più care al poeta. Questo è possibile anche grazie a un nuovo itinerario completo di 38 pannelli illustrativi dedicato a Calvino.

Questo inizia in via Magnolie e si sviluppa alla scoperta di una città scomparsa, la Sanremo del primo dopoguerra. Da non perdere una passeggiata tra le case della Pigna, la città vecchia, dove è ambientato quasi tutto Il sentiero dei nidi di ragno. Lungo la Passeggiata Imperatrice si trova invece la cosiddetta “panchina delle discussioni filosofiche” dove un giovane Calvino amava sedersi con gli amici per fare quattro chiacchere. Per i nostalgici non può mancare un salto davanti al cancello di Villa Meridiana, un tempo casa dell’autore, che ispirò probabilmente la villa di Ombrosa dei baroni Piovasco di Rondò ne Il barone rampante e che oggi è decisamente irriconoscibile. Da qui ci si incammina poi lungo la “strada di San Giovanni”, la via che conduceva all’orto del padre dello scrittore.

Seguire le orme di Calvino a Sanremo, va detto, è una bella sfacchinata, un su e giù tra mulattiere e scalinate, un andare e venire tra la moderna città e ciò che rimane di quella antica. A fine giornata vi sarete meritati un trancio di sardenaira, la focaccia tipica sanremese, accompagnato con un calice di Pigato: sarà la degna conclusione di un itinerario alla ricerca dell’anima di questo angolo della regione.

La Passeggiata Imperatrice. Credits Dan Rentea / Shutterstock
La Passeggiata Imperatrice. Credits Dan Rentea / Shutterstock
3 - Genova, città poetica

Spostiamoci a Genova, città amata e celebrata da poeti e scrittori di tutto il mondo. Già Petrarca nel 1358 ammirandola la definiva “Superba” in un suo scritto di viaggio. Dopo di lui, però, tanti altri ancora l’hanno lodata e ne hanno resi immortali angoli e scorci. Durante una visita in città è inevitabile tuffarsi nel mondo caotico del centro storico di cui Mark Twain descrisse “l’angustia delle strade, contorte come cavatappi”. Raggiungete l’area del Porto Antico, superate l’Acquario, salite sull’Isola delle Chiatte e guardare lo skyline di quella che per Čechov era “la città più bella del mondo”. Conrad, davanti a un tramonto, ne descrisse “le facciate marmoree dei palazzi inerpicati sulle falde delle montagne sassose” e ne rimase incantato.

Dopo una sosta golosa in Sottoripa a base di focaccia, acciughe fritte e un calice di Bianchetta Genovese, è il momento di salire in alto. Con l’ascensore di Castelletto tanto amato da Caproni si raggiunge Spianata, che offre il panorama più bello in assoluto sui tetti della città. Proprio Caproni, con la sua Litania, ha regalato a Genova quella che è forse la più bella dedica in assoluto. Tra quelle righe, con il ricordo di un quartiere e l’altro, il poeta ne ha messo in evidenza ogni tipo di bellezza e di contrasto. C’è poi Boccadasse, altra tappa imperdibile di un giro in città. Edoardo Firpo diceva che “quando a ti se chinn-a / sciortindo da-o borboggio da çittae, / s’à l’imprescion de ritorna in ta chinn-a / o de cazze in te brasse d’unna moae” (“quando si scende a te / uscendo dal subbuglio della città, / si ha l’impressione di ritornare nella culla, / o di cadere fra le braccia d’una madre).

Le barche e il mare a Boccadasse. Credits aceshot / Shutterstock
Le barche e il mare a Boccadasse. Credits aceshot / Shutterstock
4 - Monterosso e la “pagoda giallognola” di Montale

Spostiamoci alle Cinque Terre, più precisamente a Monterosso. Qui un Eugenio Montale ragazzo trascorreva le vacanze con la famiglia. Il simbolo di quegli anni è la villa a cui il poeta diede il soprannome di “pagoda giallognola” o “villa delle due palme”. Quella casa esiste ancora, alle pendici del Mesco, e oggi ospita degli appartamenti. Per scoprire la Monterosso di Montale, però, bisogna fare di più che ammirare da fuori l’antica abitazione di famiglia. Bisogna passeggiare nel borgo e poi risalire i sentieri che dalle case del paese si inerpicano tra i terrazzamenti circondati da ulivi, vigne, limoni, sugheri e lecci. Da qui si intravede il mare, nascosto dalla macchia mediterranea, dai muri e dalle rocce.

È qui che si inizia a ricordare i versi di una delle poesie più famose dell’autore: “Meriggiare pallido e assorto / Presso un rovente muro d’orto, / ascoltare tra i pruni e gli sterpi / schiocchi di merli, frusci di serpi…”. Per immergersi totalmente nelle parole di Montale oggi è possibile incamminarsi lungo i percorsi del Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque Terre. Non di rado, inoltre, l’Ente Parco insieme al Comune di Monterosso organizza delle passeggiate guidate sulle orme del poeta. Letteratura e natura si mescolano tra loro regalando un valore aggiunto a un paesaggio che già di per sé è unico al mondo. Dopo la camminata, concedetevi un po’ di riposo in uno dei locali del centro storico per assaggiare le famose acciughe di Monterosso accompagnate dal fresco e sapido Cinque Terre DOC.

Vernazza fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Credits Piotr Krzeslak / Shutterstock
Vernazza fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Credits Piotr Krzeslak / Shutterstock
5 - Il Golfo dei Poeti, ammirando i paesaggi amati dagli autori inglesi

L’ultimo itinerario porta alla scoperta del Golfo dei Poeti, luogo il cui nome evoca già versi e liriche. Nell’Ottocento, infatti, le belle località di mare in provincia di La Spezia attiravano non solo numerosissimi turisti inglesi, ma anche poeti e letterati che da queste parti trovavano riposo e ispirazione.

La prima tappa non può che essere Portovenere, luogo tanto amato da Byron. Il legame tra il borgo e l’autore è ancora oggi ricordato da quella grotta in cui egli amava ritirarsi a meditare. Si dice che proprio quell’antro fu fonte d’ispirazione per la descrizione della caverna del poema Il Corsaro. Ci sono poi la piccola Lerici e San Terenzo dove Percy Bysshe Shelley amava soggiornare insieme alla moglie Mary. È proprio uscendo in barca partendo da questi luoghi per raggiungere Livorno che il poeta trovò la morte in un naufragio causato da una tempesta.

Anche Virginia Woolf passò da San Terenzo e disse che il “luogo era troppo bello e non sembrava di questa terra”. Ancora oggi, fermandosi a osservare e ascoltare il mare con “il suo incessante mormorio e il suo mugghio nelle nostre orecchie”, è facile capire perché questi luoghi abbiano affascinato così tanto scrittori e poeti venuti da lontano.

Lawrence, ad esempio, si innamorò di Fiascherino, un minuscolo centro incastonato tra le rocce frastagliate e il mare. Tra un borgo e l’altro, allora, non vi resta che godervi i paesaggi e respirare il profumo del mare che si mescola a quello della macchia mediterranea prima di sedervi in un ristorante tipico per assaggiare un piatto di muscoli ripieni alla spezzina accompagnati da un Vermentino Colli di Luni.

La minuscola Fiascherino. Credits Alberto Masnovo / Shutterstock
La minuscola Fiascherino. Credits Alberto Masnovo / Shutterstock
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