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Le Domus de Janas in Sardegna entrano nel Patrimonio Mondiale UNESCO

Paolo Giuseppe Alessio

Paolo Giuseppe Alessio

Chi ama la Sardegna fa festa: le Domus de Janas, le straordinarie tombe preistoriche scavate nella roccia della Sardegna, sono state riconosciute Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. L’iscrizione, annunciata il 12 luglio 2025, riguarda 17 siti archeologici distribuiti in tutta l’isola, da Montessu nel Sulcis a Anghelu Ruju ad Alghero, fino a Sant’Andrea Priu nel sassarese e Mesu ’e Montes presso Ossi.

Domus de janas di Fossada Escalaplano. Credits ivan canavera / Shutterstock
Domus de janas di Fossada Escalaplano. Credits ivan canavera / Shutterstock

Le Domus de Janas – “case delle fate” in lingua sarda – sono sepolture ipogeiche realizzate tra il IV e il III millennio a.C. e rappresentano una delle testimonianze più antiche dell’architettura funeraria europea. Decorate con simboli scolpiti e motivi incisi nella pietra, evocano la forma delle abitazioni neolitiche e raccontano un passato in cui la morte era intesa come passaggio e rinascita. Secondo la leggenda, erano dimora di creature magiche, le janas, piccole fate che tessevano in silenzio nella penombra delle grotte.

domus de janas nella necropoli di Genna Salixi. Credits Ivan Canavera / Shutterstock
domus de janas nella necropoli di Genna Salixi. Credits Ivan Canavera / Shutterstock

Il riconoscimento UNESCO accende i riflettori su un patrimonio finora poco noto e offre nuove opportunità per esplorare la Sardegna oltre le spiagge. I siti inclusi sono oggi più accessibili, inseriti in itinerari archeologici che attraversano paesaggi incontaminati e borghi sospesi nel tempo. Visitare le Domus de Janas significa vivere un viaggio nelle radici più profonde dell’isola, tra natura aspra, mistero e spiritualità antica.

Per chi ama l’archeologia, il trekking culturale e le atmosfere fuori dal tempo, questa è l’occasione perfetta per scoprire un volto autentico della Sardegna, dove mito e storia si fondono tra la roccia e il silenzio.

Domus de Janas di Santu Pedru. Credits Ivan Canavera / Shutterstock
Domus de Janas di Santu Pedru. Credits Ivan Canavera / Shutterstock
Le domus de janas consigliate dalla guida Marco Polo

🔸 1. Anghelu Ruju (Alghero)

La necropoli di Anghelu Ruju, scoperta per caso nel 1903, è una delle più grandi e spettacolari della Sardegna. Situata nei pressi dell’aeroporto di Alghero-Fertilia, comprende 38 tombe ipogeiche (domus de janas) scavate nella pietra calcarea, alcune con decorazioni come corna taurine e false porte. Un vero viaggio nel tempo, immerso nella macchia mediterranea, che testimonia l’importanza del culto dei morti nel Neolitico sardo.

🔸 2. Necropoli di Sant’Andrea Priu (Bonorva)

Questa necropoli scavata nella trachite rossa è uno dei complessi funerari preistorici più imponenti dell’isola. Qui si trova la famosa “domus del capo”, una tomba a più ambienti su tre livelli con copertura a falsa volta in rilievo, un unicum nell’architettura neolitica sarda. Alcune delle camere funerarie furono riutilizzate in epoca cristiana come chiese rupestri, rendendo il sito ancora più affascinante e stratificato.

🔸 3. Necropoli di Montessu (Villaperuccio, Sulcis)

Situata in uno dei paesaggi più selvaggi e suggestivi del Sulcis, la necropoli di Montessu si estende ad anfiteatro su una collina e conta oltre 40 tombe rupestri scavate nella roccia trachitica. Molte di esse conservano incisioni a spirale, segni antropomorfi e motivi simbolici legati al culto della morte e della rinascita. L’ambiente naturale che la circonda rende la visita un’esperienza immersiva tra archeologia e natura.

🔸 4. Necropoli di Santu Pedru (Alghero)

Vicino alla necropoli di Anghelu Ruju, Santu Pedru si distingue per alcune domus de janas che conservano decorazioni a rilievo e pitture murali. Il sito, scavato in una collina di tufo, offre una vista panoramica e un'atmosfera misteriosa e silenziosa. Le tombe, distribuite in piccoli gruppi, raccontano una storia antichissima in un contesto paesaggistico affascinante.

🔸 5. Domus de Janas di Pimentel (Trexenta)

Nel cuore della Trexenta, regione collinare del Campidano, si trovano domus de janas sparse tra i campi e le colline, spesso poco segnalate ma ricche di fascino. Il loro valore risiede anche nel contesto rurale e agricolo in cui sono immerse, che regala al visitatore la sensazione di scoprire tracce nascoste del passato in un paesaggio autentico e poco turistico.

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