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Alla corte dei Giganti della Sila: un viaggio tra i tesori naturalistici della Calabria

Redazione Marco Polo

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L'immagine di un'estate assolata trascorsa a contemplare un mare azzurro è solo una delle tante sfaccettature di quel diamante chiamato Calabria. E i boschi e le montagne di questa regione non sono soltanto uno scenario grandioso da ammirare sfrecciando in autostrada diretti verso lo Stretto, mentre si combatte con la vertigine dell'ennesimo viadotto. La Calabria è bella tutto l'anno ed ha mille frecce nella sua faretra, con le quali sa stregare il viaggiatore. Nella Sila, il vasto acrocoro compreso dalle province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, questa regione ha distillato un autentico elisir, capace di rubarvi per sempre il cuore. Andiamo a vedere?

Il lupo: un nobile abitante della Sila
Il lupo: un nobile abitante della Sila. Credits Alfonso Di Vincenzo / Shutterstock
Camigliatello Silano e i Giganti della Sila

Quella che un tempo era abitata solo da boscaioli oggi è un’apprezzata meta per gli sport invernali e la pesca estiva. I dépliant pubblicitari la chiamano la “Svizzera calabrese” e, in effetti, gli chalet di legno di Camigliatello (1000 abitanti, 1300 m s.l.m.) ricordano vagamente quelli delle Alpi. Pur non essendo così attraente in sé, è una località a forte vocazione turistica, anche per la possibilità di acquistare specialità a base di funghi e stoffe lavorate a mano, senza dimenticare che intorno a Camigliatello si snodano 130 km di piste di sci nordico, alcune battute altre no.

L’Aquila & Edelweiss, nei pressi della stazione delle Ferrovie della Calabria, è un albergo tradizionale che dispone anche di un ottimo ristorante, noto da decenni per la qualità della cucina e per l’utilizzo dei migliori prodotti locali in modo creativo.

Il Parco Old Calabria, 2 km a est di Camigliatello, ripercorre le tracce dello scrittore di viaggio Norman Douglas: il complesso comprende una biblioteca ben fornita, un’interessante mostra fotografica e belle camere per gli ospiti. L’antica vaccheria ospita invece il museo multimediale dell’emigrazione La Nave della Sila, con la ricostruzione di un ponte di un bastimento e le storie dei migranti. I “fumaioli” ricreano l’atmosfera delle cuccette di terza classe. 

Quando sarete qui, c'è però un'esperienza che non dovrete in alcun modo perdervi: concedetevi una breve deviazione per raggiungere la riserva biogenetica I giganti della Sila: sarete nel cuore di una splendida oasi naturalistica situata su un’altura di 1400 m, con un bosco di pini larici alti fino a 40 m e antichi anche 350 anni. Senza nulla togliere alle altre esperienze che si possono vivere tra queste montagne, venire qui è con ogni probabilità la ragion sufficiente del viaggio.

Longobucco

Vale la pena di intraprendere il lungo e sinuoso viaggio per raggiungere questa cittadina di montagna nel quale il tempo sembra essersi fermato, aggrappata al versante nord della Sila a sovrastare la gola scavata dal Trionto. Nota in passato per i giacimenti argentiferi e la produzione di seta, il suo simbolo oggi è un campanile di epoca bizantina.

L’artigianato tradizionale della tessitura prevede l’utilizzo di fibre di ginestra e lana di pecora. Il laboratorio di Mario Celestino, per esempio, vende copriletto fatti a mano decorati con motivi medievali e bizantini. Continua le tradizioni gastronomiche la signora Costanza nella sua trattoria slow food La Campanara, con cinque confortevoli camere nel B&B. 

Brume sul Lago Arvo, Sila
Brume sul Lago Arvo, Sila. Credits olivitophoto / Shutterstock
Lorica

La “Perla della Sila”, sulla riva settentrionale del Lago Arvo, è ricca di alberghi, ristoranti e appartamenti per le vacanze. È sede dell’Ente Parco Nazionale della Sila ed è il punto di partenza ideale per le escursioni a piedi o in mountain bike sui diversi sentieri che si snodano intorno al bacino d’acqua e sui monti circostanti. Per salire sul a Monte Botte Donato potete utilizzare anche la funivia. In cima, quando splende il sole, si scorge perfino l’Isola di Stromboli!

San Giovanni in fiore

Con la sua dottrina dei tre regni (del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo), l’abate cistercense Gioacchino da Fiore fu tra i più influenti teologi medievali. Il monastero da lui fondato, a valle di San Giovanni, ospita oggi un Museo Demologico dedicato alle tradizioni popolari, con oggetti iconografici, attrezzi da lavoro, documenti sulla storia locale, sulla cultura paesaggistica, su cerimonie e religione, musica e architettura. Il Ristoro del Brigante, a pochi passi dal monastero, serve piatti tipici della zona, pizza e vino sfuso. 

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