Idee di viaggio

Arles, il cuore creativo della Provenza

Marina Fiorletta

Marina Fiorletta

Ad Arles, circondata da vigne ordinate e campi di lavanda mossi dal vento, antico e moderno vivono in armonia. Le vestigia dell’antica Roma non sono semplicemente monumenti da ammirare, ma parte integrante del paesaggio urbano, sfondo di una vita culturale intensa. L’eco di anfiteatri, terme e criptoportici si intreccia con la voce del presente: festival internazionali, gallerie sperimentali, architetture visionarie e un cosmopolitismo discreto che si percepisce nei caffè e nelle conversazioni per strada.

Quando, nel 1888, Van Gogh arrivò ad Arles, venne travolto dalla luce limpida e dall’aria pungente che portava con sé il profumo di lavanda e rosmarino. In poco più di un anno realizzò oltre 300 opere — tra cui Notte stellata sul Rodano — e scrisse di sentirsi «felice come una cicala». Quella stessa energia è tuttora sospesa nell’aria: basta guardare le facciate ocra, le persiane verde pastello e i ritmi lenti di chi, qui, sembra avere il tempo dalla propria parte.

Un padiglione dei Rencontres d'Arles. Credits Tetiana Tuchyk / Shutterstock
Un padiglione dei Rencontres d'Arles. Credits Tetiana Tuchyk / Shutterstock
Rencontres d’Arles, la città come galleria

Da luglio a settembre, Arles diventa un mosaico di spazi espositivi a cielo aperto. Il Rencontres de la Photographie non è solo un festival, è un’esperienza diffusa: le mostre prendono possesso di cortili ombreggiati, ex conventi, hangar industriali e rovine romane, trasformando ogni angolo in una scoperta. La città è un punto di riferimento sulla scena della fotografia contemporanea, capace di attirare visitatori e addetti ai lavori da ogni parte del mondo. Ma ciò che resta nella memoria non sono solo le immagini esposte: è l’atmosfera rilassata delle piazze, i bicchieri di rosé che si svuotano lentamente, le conversazioni che si allungano fino alla sera, quando il cielo diventa un acquerello di rosa e arancio.

La torre di Frank Gehry al LUMA. Credits Mazur Travel / Shutterstock
La torre di Frank Gehry al LUMA. Credits Mazur Travel / Shutterstock
LUMA Arles, un’icona di vetro e acciaio

Appena fuori dal centro, nel Parc des Ateliers, un’ex area ferroviaria è divenuta un distretto culturale all’avanguardia. Il fulcro è la torre di Frank Gehry, 56 metri di acciaio e vetro che catturano e riflettono la luce provenzale a ogni ora del giorno. L’istituzione, attiva da più di dieci anni, indaga le connessioni tra arte, cultura, ambiente, diritti umani e ricerca, proponendo mostre, conferenze e performance e facendo della propria architettura un linguaggio centrale. Attorno, edifici industriali restaurati ospitano gallerie, atelier, una biblioteca, un auditorium e spazi che invitano alla sosta e alla riflessione. Il parco circostante, progettato da Bas Smets, intreccia vegetazione mediterranea e installazioni artistiche, creando un percorso in cui natura e creatività si fondono senza soluzione di continuità.

Uno scorcio della Place du Forum. Credits Gordon Bell / Shutterstock
Uno scorcio della Place du Forum. Credits Gordon Bell / Shutterstock
La vita tra le piazze

Il cuore storico pulsa attorno alla Place du Forum, dove i bistrot sembrano usciti da una fotografia in bianco e nero, le gallerie indipendenti espongono opere di artisti locali e le terrazze invitano a restare seduti anche una volta finito il caffè. A pochi passi, il Grand Hôtel Nord-Pinus è più di un indirizzo: è un’icona. Un tempo rifugio per toreri, fotografi e scrittori come Ernest Hemingway, oggi mostra un’eleganza misurata dopo un restyling che ha saputo rispettarne la storia.

Mercati e calici al tramonto

Ogni mercoledì e sabato, fin dal lontano 1584, il mercato di Boulevard des Lices si anima come un teatro all’aperto. I banchi offrono un caleidoscopio di sapori e colori: olive verdi e nere, formaggi di capra stagionati, spezie che profumano d'oriente, miele di lavanda e pane appena sfornato. L’esperienza non è completa senza un bicchiere di rosé AOC Costières de Nîmes: fresco, minerale, con note di fragola e frutta rossa, perfetto da sorseggiare accompagnato da una fougasse o da un’insalata estiva.

L'anfiteatro romano. Credits Alexey Fedorenko / Shutterstock
L'anfiteatro romano. Credits Alexey Fedorenko / Shutterstock
Tra pietre e musei

Arles non è solo luce e colore: è anche pietra e memoria. L’anfiteatro romano che ospita tuttora eventi e spettacoli, le terme di Costantino e il criptoportico raccontano secoli di storia stratificata. Il Musée Réattu, in un ex priorato affacciato sul Rodano, custodisce opere di Jacques Réattu e Pablo Picasso e una collezione fotografica che dialoga con il presente. Nei prossimi mesi, un nuovo museo dedicato alla moda e al costume amplierà ulteriormente l’offerta culturale.

Quando andare

Agosto e settembre sono mesi perfetti per vivere Arles al suo ritmo più solare. Durante l’estate, il Rencontres de la Photographie anima ancora la città, le piazze e i mercati vibrano di energia e le serate si allungano sotto cieli color pesca. Il caldo invita a rallentare, tra un caffè al mattino e un aperitivo all’aperto la sera. Con la fine di agosto, Arles ritrova un respiro più intimo: un momento ideale per scoprire i musei e i siti romani con maggiore tranquillità. Settembre, con le sue giornate miti e la luce che resta dorata, è l’alternativa perfetta per chi preferisce evitare le grandi folle.

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