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Creta, palazzo di Cnosso: a tu per tu con la reggia delle meraviglie dei Micenei

Redazione Marco Polo

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Creta è un luogo splendido, che non può mancare nella top list di un viaggiatore. Andiamo a scoprire uno dei suoi luoghi più celebri, il Palazzo di Cnosso.

Cnosso, gli interni del palazzo. Credits Heracles Kritikos / Shutterstock
Cnosso, gli interni del palazzo. Credits Heracles Kritikos / Shutterstock

Le ricostruzioni dello studioso inglese Sir Arthur Evans, che a partire dal 1900 lavorò a Cnosso per oltre 40 anni, forse sono un po’ troppo fantasiose, ma racchiudono la chiave per capire nel modo migliore gli altri palazzi e le ville dello stesso periodo. Venire qui oggi è davvero come entrare in un grande parco giochi stile Disneyland!

Nel cuore del potere di Minosse: una vasca di Serpenti

Il complesso, che rappresentò il centro del potere, dell’amministrazione e della cultura di Creta tra il 2000 e il 1450 a.C., contava circa 1400 stanze; alcuni edifici erano alti fino a quattro piani. Il centro del palazzo era costituito da un cortile lungo 53 m e largo 28 m, teatro di giochi rituali e punto d’arrivo di grandiose processioni. Dal cortile occidentale un tortuoso corridoio per le processioni conduceva al cortile centrale. Sul suo lato occidentale Evans riportò alla luce diverse stanze interessanti.

La cripta retta da pilastri era verosimilmente una cappella, mentre le sale adiacenti erano forse camere del tesoro. In una delle sale, di fronte a una vasca d’acqua, si trova un trono di alabastro. Intorno alle pareti sono disposte panche di pietra. A questa sala del trono si accedeva mediante un’anticamera anch’essa con panche addossate lungo le pareti e la copia di un trono in legno. Evans riteneva fosse una stanza dove i minoici attendevano di essere ricevuti in udienza da Minosse, e immaginò il sovrano seduto sul trono di fronte alla vasca piena di serpenti, simbolo del suo potere. Tuttavia questa teoria non è mai stata provata, e il trono con ogni probabilità era vuoto per far posto a una divinità, come accadeva in Egitto con il “trono di Iside”.

Qualche confusione con Buckingham Palace

Quando si visita Cnosso è necessario essere coscienti del fatto che sull’età minoica non possediamo alcuna fonte scritta e che tutte le conclusioni che si possono trarre sulla vita di palazzo, a partire dai reperti rinvenuti, sono in gran parte mere speculazioni. È quindi probabile che Evans avesse in mente il Buckingham Palace di Londra, quando interpretò le altre stanze come appartamenti privati del re e della regina e quando pensò di poter addirittura identificare spogliatoi, toilette e camere da letto.

Informazioni più convincenti di quanto non lo siano le fantasticherie regali su Minosse e la sua sposa ci vengono dai numerosi locali adibiti a magazzino del palazzo, in cui furono rinvenuti contenitori per olio, vino e cereali alti quanto un uomo. È stato possibile identificare anche i laboratori artigianali di un vasaio e di uno scalpellino, e costruzioni a forma di torre ai margini dell’area del palazzo, che probabilmente assolvevano la funzione di torri di sorveglianza e per la riscossione dei dazi. A nord ovest della struttura, infine, si apre una gradinata ad angolo retto dove trovavano posto circa 500 persone, ma non si sa quando e a quale scopo.

Cnosso, una danza rituale, non violenta
Cnosso, una danza rituale, non violenta. Credits Pecold / Shutterstock
Il Minotauro, alle origini del mito

3500 anni fa Cnosso aveva almeno 10.000 abitanti e il suo porto era Amnissós. Quando l’impero minoico tramontò, intorno al 1450 a.C., gli insediamenti ormai in degrado rimasero abitati ancora per qualche tempo. Per gli Achei e i Dori che conquistarono l’isola dovevano essere impressionanti quanto lo sono per noi. Forse il mito del Minotauro e del labirinto nacque proprio dai primi tentativi di interpretare il complicato intrico di passaggi e stanze di Cnosso. Chi visita oggi il palazzo è facilitato: nei negozi di souvenir abbondano fantasiose ricostruzioni che stimolano l’immaginazione dei visitatori sul reale aspetto del palazzo nell’antichità.

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