Praga unplugged: itinerari d’arte, storia e gusto
Sono stata per la prima volta a Praga quando c’era ancora il Muro di Berlino. Ero alta poco più di un metro, avevo la frangetta e il mio nome sui passaporti di mamma e papà. Di quella che per i miei genitori e i loro amici era una avventura non capivo la reale magia, ma percepivo l’emozione racchiusa in quel lungo viaggio in treno, che toccava Venezia e Vienna prima di superare quel confine. Della Praga di inizio anni Ottanta non conservo che brevi flash, e chissà se sono ricordi o frutto di qualche scherzo della memoria.
Ora che il Muro è caduto e non è più necessario il passaporto per raggiungere la capitale della Repubblica Ceca, vi porto con me alla scoperta delle mille sfumature di una città il cui fascino si manifesta nei luoghi più noti, ma si cela anche in dettagli e angoli inconsueti.
La prima tappa del nostro itinerario è in Via Nerudova, dove arte e letteratura si mescolano. Questa strada famosa, che porta al castello ed è sede di ambasciate, deve il proprio nome allo scrittore ceco Jan Nepomuk Neruda, da cui, a sua volta, deriva lo pseudonimo dello scrittore cileno Pablo Neruda. Un bel biglietto da visita, vero? Lungo Via Nerudova dovrete stare con il naso all’insù per ammirare le belle facciate e le insegne che le decorano. Fino a un paio di secoli fa, infatti, i numeri civici non esistevano a Praga e le case, per essere riconoscibili, venivano decorate: passerete così davanti alla Casa dei 3 violini, un tempo abitata da famiglie di liutai, e a Palazzo Morzin, dove due giganti sorreggono un balcone. C’è anche la casa di Neruda, che al quartiere più famoso della capitale dedicò un libro: I racconti di Malá Strana.
Ha creato iconiche immagini per poster, copertine di libri e marchi famosi come Moët & Chandon: parliamo dell’artista Alfons Mucha. Maestro dello Stile Art Noveau, visse per quasi vent’anni a Parigi ed è a questo periodo che è dedicata in particolare la collezione del Museo Mucha. Aggirandosi per le sale, non sarà difficile riconoscere il tratto e ripercorrere una parte della storia artistica del Novecento attraverso immagini simbolo come quella dell’attrice Sarah Bernhardt, frutto di una lunga collaborazione tra i due artisti, da cui nacquero anche progetti di costumi e decorazioni di scena.
A Praga c’è un luogo che richiama Parigi: è la collina di Petřín, la cui torre panoramica è ispirata proprio alla Tour Eiffel, seppure in proporzioni più contenute. Salire fino in cima regala vedute emozionanti sulla città, il cui profilo è un alternarsi di tetti e campanili tra cui si snoda la striscia argentata della Moldava. Di norma si può raggiungere questo bel parco, dotato di numerose attrazioni, prendendo la più antica funicolare della Repubblica Ceca: attualmente è però in fase di ristrutturazione e ritornerà operativa nel corso del 2026.
Ha il fascino dei luoghi sospesi sull’acqua, l’atmosfera ottocentesca e a tratti veneziana l’Isola di Kampa, che si raggiunge dal famoso Ponte Carlo. Su questo lembo di terra i contrasti creano inconsueti percorsi di visita, come quello che fonde armoniosamente antico e moderno in una passeggiata tra il mulino, con la grande ruota ancora in funzione, e il Museo Kampa, con le sue opere d’arte moderna. Un altro percorso risuona di leggende di demoni e note dei Beatles, impresse sul muro dedicato a John Lennon.
Sapevate che il più recente libro dello scrittore americano Dan Brown, L’ultimo segreto, è ambientato a Praga? Tra i luoghi presenti nel romanzo c’è il Clementinum, un vasto complesso in cui spiccano la Biblioteca Nazionale, tra le più belle del mondo, e la Torre Astronomica, da cui gli scienziati osservavano il cielo. Tra queste mura sono passate personalità come Albert Einstein, che vi insegnava fisica, Mozart, che vi suonò, mentre di Keplero rimangono scritti con dedica autografa. Nel libro di Brown compare anche il Mercato di Havel, la cui storia risale al Medioevo: è l’unico mercato che si sia conservato nel centro storico. Un luogo dove respirare profumi e gustare sapori ammirando oggetti della tradizione artigianale locale, come giocattoli in legno e ceramiche.
Dei vigneti che un tempo circondavano la città, oggi sono rimasti solo pochi ettari che producono vini di un certo pregio, in quantità inevitabilmente limitate: un’autentica rarità. È dunque una dolcissima soddisfazione assaggiare una di queste etichette. Dettaglio da non sottovalutare, alcuni vigneti si trovano nei luoghi più affascinanti di Praga. Presso l’Orto Botanico sono stati ripristinati i vigneti di Santa Clara, con annessa enoteca per acquisti e degustazioni, e presso il Castello cresce il vigneto più antico di Boemia, con più di mille anni di storia alle spalle e una magnifica vista sulla città: si dice che già San Venceslao, patrono della Repubblica Ceca, apprezzasse il vino prodotto da queste uve.
Ultima tappa, ultimo sorso: che sia quello di un caffè rigenerante, di una birra tipica o, ancora, di un calice di vino, il Caffè Letterario Týnská è il luogo migliore dove salutare Praga: con la sua atmosfera bohémien, è noto come luogo di incontro di intellettuali. Accomodatevi e aguzzate i sensi!