

Vienna fuori rotta: l’altro volto della capitale austriaca
Siamo abituati a immaginarla avvolta dalle note suadenti dei walzer di Strauss, mentre il bel Danubio blu scorre placido sotto i ponti e le note del cioccolato e dell’albicocca della Sacher-Torte esplodono in un trionfo di sapore.
Ma… se volessimo scombinare le carte e visitare un’altra Vienna? Proviamo a “capovolgere” la mappa e scopriamo le tappe di un itinerario nuovo!

Partiamo da uno dei luoghi simbolo di Vienna, la Hofburg, la residenza imperiale che toccò l’apice dello splendore durante il regno di Maria Teresa. Ai suoi fasti si contrappone il fascino decadente della Cripta dei Cappuccini (www.kapuzinergruft.com). Luogo di sepoltura degli Asburgo a partire dal Seicento, questo mausoleo testimonia la storia di una dinastia che per secoli contribuì a segnare i destini dell’Europa. Addentrarsi tra le sale sotterranee, osservare i dettagli dei monumenti funebri, leggere i nomi di personaggi celeberrimi, ricostruirne le gesta lungo il filo della memoria suggerisce una prospettiva originale ed emozionante.

Sull’onda di questa emozione, volgiamo le orecchie a un’altra prospettiva solenne, quella che ci regalano le note della musica classica. E lo facciamo in un luogo in cui regna il silenzio: Zentralfriedhof (www.friedhoefewien.at), il cimitero centrale, dove riposano compositori del calibro di Beethoven, Schubert, Brahms e anche personalità della musica contemporanea come Falco. Camminare tra le tombe con una buona playlist di musica classica o con l’audioguida dedicata offre un punto di vista davvero “eterno” sulla cultura viennese. Il cimitero è anche un parco, ricco di fauna selvatica e di prati, alberi e fiori rilassanti, in cui si può trovare un angolino per sedersi e trascorrere qualche momento di intimità e di pace.

Dopo questo avvio contemplativo è necessaria un po’ di attività fisica. La Donauinsel (Isola del Danubio, www.wien.info), polmone verde e luogo di svago per viennesi e turisti, è perfetta sia per chiamarsi fuori dalla frenesia della capitale sia, soprattutto nella bella stagione, per praticare sport. Dal nuoto al noleggio di imbarcazioni, dalle scuole di surf ai percorsi ciclabili alle aree per il pic-nic, quest’isola artificiale lunga 21 km e larga al massimo 210 metri è l’ideale per vedere il fiume, e la città, da un’angolazione particolare. Poco lontano si trova anche lo specchio d’acqua artificiale dell’Alte Donau, un ramo ormai chiuso del Danubio, dall’atmosfera caratteristica e suggestiva.

Se dopo lo sport la fame si fa sentire, è ben difficile resistere al richiamo della Sacher-Torte (a proposito, sapete che esiste un servizio che spedisce in tutto il mondo questa iconica torta viennese?). Le alternative valide comunque non mancano, a cominciare dal Café Hawelka di Dorotheergasse 6, a pochi passi dalla Cattedrale di Santo Stefano. Più giovane dell’Hotel Sacher, meno blasonato ma altrettanto affascinante, l’Hawelka ha il fascino bohémien dei ritrovi di intellettuali: qui negli anni Cinquanta-Sessanta si incontravano scrittori e artisti austriaci e internazionali, tra cui Elias Canetti. E qui si continuano a sfornare, preparati con la tradizionale ricetta di famiglia, i Buchteln, brioche ripiene di marmellata e servite calde con crema alla vaniglia.
Visitare gli edifici storici è una tappa imprescindibile di un tour viennese, ma la città ci parla anche attraverso costruzioni moderne e contemporanee. Uno dei principali interpreti dell’anticonformismo artistico è Hundertwasser, architetto che, nelle proprie opere, puntava a una rottura delle forme tradizionali per una integrazione tra uomo e natura. La sua Hundertwasserhaus (www.wien.info) è un edificio che vi lascerà a bocca aperta (e forse vi farà venire in mente un altro celebre architetto europeo). Linee ondulate si integrano con elementi colorati, finestre dalle forme imprevedibili e inconsuete con giardini pensili. Se questo edificio vi ha in qualche modo colpito fate tappa anche allo Spittelau, l’inceneritore di rifiuti ridisegnato da Hundertwasser secondo le proprie idee visionarie.
Un ultimo consiglio, di lettura questa volta. Prima di partire leggete Vienna, saggio storico di Franco Cardini (Il Mulino), il racconto di una città che mantiene la propria identità eppure sa anche cambiare pelle.